Ortopedico

Area medica

Ortopedia

  • Dott Luca Lorenzi - Ortopedia e Traumatologia

    Dott.

    Luca Lorenzi

    Ortopedico

  • Dott. Marco Paderno Specialista in ortopedia e traumatologia

    Dott.

    Marco Paderno

    Ortopedico

  • Dott. Flavio Moretti Specialista in Ortopedia

    Dott.

    Flavio Moretti

    Ortopedico

L’ortopedia è la branca della medicina che si occupa dello studio della salute e della cura dell’apparato muscolo-scheletrico, sia a causa di eventi degenerativi che traumatici.

Il medico di riferimento è l’ortopedico, il medico chirurgo specializzato nella diagnosi, nella prevenzione e nella cura degli infortuni e di tutte quelle patologie che possono colpire l’apparato muscolo-scheletrico

Di cosa si occupa l’ortopedia?

L’ortopedia in generale e il medico ortopedico in particolare si occupano, appunto, dello stato di salute dell’apparato locomotore. Più nel dettaglio:

  • dell’anatomia e della fisiologia di cartilagini, muscoli, ossa, tendini e legamenti; 
  • di traumatismi e malattie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico;
  • dei meccanismi fisiopatologici che stanno alla base di alcune patologie;
  • dei metodi di indagine che servono a diagnosticare patologie inerenti l’apparato locomotore;
  • delle terapie conservative e/o chirurgiche da mettere in pratica in occasione di infortuni o malattie dell’apparato muscolo-scheletrico;
  • del percorso riabilitativo necessario per far sì che il paziente si riprenda da traumatismi o patologie a carico dell’apparato locomotore o a seguito di interventi chirurgici; 
  • della prevenzione di condizioni che possono colpire l’apparato muscolo-scheletrico.

Bisogna sottolineare che l’ortopedico è, insieme, sia diagnosta che terapeuta; di conseguenza, possiede le conoscenze necessarie sia per ottenere una diagnosi tramite appositi test e strumenti, sia per intervenire chirurgicamente se fosse necessario. 

Quali sono le differenze tra ortopedia e fisiatria?

Dato che si occupano entrambe dell’apparato locomotore, è errore comune confondere l’ortopedia con la fisiatria, nonostante si tratti di due branche della medicina diverse tra loro, così come lo sono l’ortopedico e il fisiatra: mentre il primo è anche chirurgo, il secondo è solo diagnosta

Questa sostanziale differenza emerge in particolare in occasione della terapia: se il fisiatra tratta le patologie dell’apparato locomotore tramite trattamenti strettamente conservativi, l’ortopedico può invece gestire le condizioni anche attraverso procedure chirurgiche che, tra l’altro, esegue personalmente. 

Subspecialità ortopediche

L’ortopedia è una branca della medicina molto vasta, che abbraccia quindi diversi distretti e articolazioni. Le più importanti sono: 

  • ortopedia di spalla e gomito, che si occupa della diagnosi, della cura e della prevenzione degli infortuni e delle malattie a carico di spalla e gomito; 
  • ortopedia di anca e ginocchio, destinata alla diagnosi, alla cura e alla prevenzione di infortuni e patologie inerenti anca e ginocchio; 
  • ortopedia di piede e caviglia, specializzata nella diagnosi, nella cura e nella prevenzione delle affezioni a carico di piede e caviglia; 
  • ortopedia della colonna vertebrale, focalizzata sulla diagnosi, sulla cura e sulla prevenzione degli infortuni e delle patologie a carico della colonna vertebrale; 
  • ortopedia protesica e ricostruttiva, specializzata negli interventi chirurgici destinati all’impianto di protesi articolari; 
  • ortopedia rigenerativa, che comprende tutte quelle tecniche di medicina rigenerativa in grado di favorire la rigenerazione delle cartilagini articolari in stato di usura; 
  • ortopedia pediatrica, specifica per il trattamento, la diagnosi e la prevenzione di infortuni e malattie dell’apparato locomotore dei più piccoli; 
  • ortopedia oncologica, che diagnostica e cura i tumori che riguardano l’apparato muscolo-scheletrico;
  • ortopedia sportiva, specializzata nella diagnosi, nella cura e nella prevenzione di infortuni a carico dell’apparato locomotore in ambito sportivo.

Ovviamente, ogni singola specializzazione dell’ortopedia ha un medico ortopedico di riferimento altrettanto specializzato.

Quando rivolgersi all’ortopedico?

Il consulto di un ortopedico si può richiedere in qualsiasi momento e in qualunque fase della vita, ma possono insorgere situazioni ben precise che richiedono un intervento più urgente. In particolare, è opportuno rivolgersi a un ortopedico in presenza di: 

  • fratture ossee, di qualsiasi tipologia tra composte e scomposte, stabili e instabili, semplici o pluriframmentarie, aperte o chiuse, da stress e microfratture;
  • infortuni alle articolazioni, che comprendono lussazioni e distorsioni, e comportano danni a legamenti, capsula articolare, cartilagine articolare e/o componenti ossee limitrofe all’articolazione colpita;
  • borsiti, cioè le infiammazioni delle borse sinoviali che si trovano in punti strategici del corpo umano agendo da cuscinetti anti-attrito; 
  • tendinopatie, che comprendono tutti gli infortuni e le patologie a carico di uno o più tendini, come tendinite, tendinosi, entesopatia, tenosinovite stenosante e lacerazione tendinea;
  • infortuni muscolari, che coinvolgono contratture, stiramenti e strappi; 
  • deformità della colonna vertebrale, in particolare scoliosi, iperlordosi e ipercifosi;
  • deformità degli arti, soprattutto le condizioni di valgismo (alluce valgo, ginocchio valgo, coxa valga e cubito valgo) e di varismo (alluce varo, ginocchio varo, coxa vara e cubito varo);
  • sindromi da compressione nervosa, cioè tutte le condizioni caratterizzate da uno schiacciamento di un nervo periferico come la sindrome del tunnel carpale, la sindrome del tunnel cubitale, la sindrome del tunnel tarsale e la sindrome del piriforme;
  • discopatie, cioè le malattie dei dischi intervertebrali come l’ernia del disco, la discopatia degenerativa e il bulging discale;
  • artrosi, la più comune forma di artrite che comporta la degenerazione progressiva delle cartilagini che compongono le articolazioni; 
  • forme di artrite su base reumatica, in particolare la spondilite anchilosante e l’artrite reumatoide;
  • malattie metaboliche delle ossa, come osteomalacia, rachitismo, osteoporosi e malattia di Paget; 
  • miosite, una particolare infiammazione dei muscoli che causa senso di debolezza, dolore e atrofia muscolare; 
  • tumori delle ossa, neoplasie di natura maligna o benigna causate dalla proliferazione incontrollata di cellule del tessuto osseo o cartilagineo.

Per formulare una diagnosi, l’ortopedico comincia sempre dall’anamnesi con la raccolta dei sintomi e l’indagine della storia clinica, prosegue con l’esame obiettivo e, in base alle circostanze, può completare con la prescrizione di test diagnostici come:

  • esami di imaging quali ecografia muscolo-scheletrica, raggi X, risonanza magnetica nucleare, TAC; 
  • esami di laboratorio, utili per individuare le malattie reumatiche;
  • esami endoscopici in artroscopia, che possono essere effettuati dallo stesso ortopedico. 

Trattamenti ortopedici

L’ortopedico è sia diagnosta, sia chirurgo; ciò significa che, dopo aver ottenuto una diagnosi, può proseguire nel trattamento del paziente scegliendo tra trattamenti conservativi o intervento chirurgico

Tra i trattamenti conservativi che gli ortopedici sfruttano solitamente per la cura di una condizione a carico dell’apparato locomotore rientrano: 

  • riposo funzionale;
  • applicazione di ghiaccio;
  • compressione della zona dolente;
  • assunzione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e cosrticosteroidi; 
  • esercizi di fisioterapia finalizzati al miglioramento della propriocettività e/o del tono muscolare. 

I trattamenti conservativi sono sempre la prima scelta per l’ortopedico, che lascia l’intervento chirurgico come ultima opzione, se ritenuta indispensabile. 

Nel caso in cui la patologia del paziente sia troppo grave o se non si è ottenuto alcun miglioramento a seguito dei trattamenti conservativi, l’ortopedico ha tutta la preparazione necessaria per procedere chirurgicamente. In base alla zona su cui intervenire, può optare per:

  • artroscopia, per la riparazione di un danno articolare;
  • osteotomia, per la correzione di una deformità ossea;
  • innesti di protesi articolare, per la sostituzione di articolazioni ormai usurate;
  • fusione ossea e fusione articolare, per risolvere un danno osteo-articolare non trattabile con altre terapie;
  • fissazione interna, per trattare una frattura ossea;
  • sutura di un tendine o di un muscolo, per intervenire su lacerazioni tendinee o muscolari; 
  • rimozione di un tumore ad origine primitiva ossea;
  • medicina rigenerativa, per la rigenerazione delle superfici cartilaginee usurate.

Quando la terapia conservativa si rivela inefficace, le competenze chirurgiche dell’ortopedico si rivelano indispensabili per garantire piena guarigione al paziente. 

Per ottenere il miglior risultato possibile, spesso l’ortopedico collabora con altre figure professionali del settore medico, in particolare con:

  • l’oncologo, per affrontare un tumore a una componente dell’apparato locomotore;
  • il neurologo, per trattare una patologia dell’apparato muscolo-scheletrico che interferisce con il funzionamento di alcuni nervi periferici; 
  • il reumatologo, per fronteggiare una malattia dell’apparato muscolo-scheletrico di origine reumatica;
  • il geriatra, per affrontare affezioni dell’apparato locomotore di pazienti anziani. 

La scelta della figura medica professionale con la quale collaborare dipende dai casi, dall’età del paziente, dalle sue caratteristiche, dalla patologia in corso e dagli obiettivi che si intende ottenere. In ogni caso, l’ortopedico collabora quasi sempre con il fisioterapista e l’osteopata, figure indispensabile per ottenere il pieno recupero della funzionalità a seguito di traumi, incidenti e interventi chirurgici.

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